Mutui: tasso fisso o variabile? Ecco come scegliere.

Quando si decide di acquistare una casa (o comunque di fare un acquisto “importante”) accendendo un mutuo, la prima domanda che ci si sente porre -da parte della banca- è se si desidera un mutuo a tasso fisso o a tasso variabile.
Il tasso dei mutui d’interesse viene calcolato in base all’andamento del tasso di riferimento della Banca Centrale Europea (l’EURIBOR), il quale però viene utilizzato principalmente come strumento di politica monetaria. Infatti il valore dell’EURIBOR viene innalzato se si vuole limitare lo scambio di denaro (auspicando l’aumento dei depositi) e viene diminuito per far aumentare la massa di denaro in circolazione (facendo sì che ci sia maggior convenienza ad effettuare investimenti).
Se si sceglie il Tasso Fisso viene applicato il valore del tasso al momento della stipula del mutuo, mentre se si sceglie il Tasso Variabile  -invece-  viene applicato il valore del tasso di sconto allo scadere delle singole rate. La scelta fra le due opzioni non è da sottovalutare, in quanto andrà ad incidere in maniera sostanziale sulla rata del finanziamento stesso. Cerchiamo adesso di fare luce fra le due opzioni previste e di analizzare quali siano i punti di forza e di debolezza di ognuna di queste, in modo da effettuare una scelta piena e consapevole.
MUTUO CON INTERSSI A TASSO FISSO: L’importo della rata (sia essa mensile, trimestrale o semestrale) rimane costante per tutta la durata del finanziamento, indipendentemente dal proprio piano di ammortamento. 
Punti di forza: Non variando l'importo della rata, è perfettamente programmabile all'interno del proprio budegt familiare.
Punti di debolezza: Se i tassi di riferimento dovessero ridursi rispetto al valore del momento della stipula, non ci sarà alcuna riduzione della rata.
MUTUI CON INTERESSI A TASSO VARIABILE: L’importo della rata (sia essa mensile, trimestrale o semestrale), varierà in funzione  dell’andamento del tasso di sconto applicato (solitamente l’EURIBOR).
Punti di forza: L'attuale andamento di mercato rende l'importo della rata sensibilmente inferiore, rispetto ad un mutuo a tasso fisso.
Punti di debolezza: Le numerose fluttuazioni di mercato, soprattutto in questo periodo di crisi, fanno sì che sia difficilmente prevedibile l’importo di ogni rata.
La scelta tra un mutuo a tasso variabile o uno a tasso fisso dipende da fattori estremamente personali, come la professione svolta, il reddito percepito e la propensione ai fattori di rischio.
Si possono comunque semplificare delle linee guida, consigliando il mutuo a tasso fisso a chi ha un reddito fisso e costante (ad esempio lavoratore a tempo indeterminato con occupazione statica, pensionato) e accende un mutuo per un intervallo di tempo medio breve (15- 20 anni). In questo caso, converrebbe fare questo tipo di scelta, viste le previsioni di ripresa del mercato nell’arco di una decade.
E’ consigliabile, invece, un mutuo a tasso variabile se il reddito attuale fosse in ascesa,  se la durata del mutuo fosse medio lunga (20-25 anni) o se l’importo finanziato molto elevato (oltre i 200.000 euro). In questo caso, il risparmio di questi primi anni compenserebbe un eventuale e futuro aumento della rata.
In generale, è consigliabile fare comunque un dettagliato piano di spesa e valutare secondo le proprie esigenze reali, senza rincorrere chimere che promettono tassi favolosi per tutta la durata del mutuo. E tenere presente che, dal 2007, il mutuo è rinegoziabile con il proprio istituto di credito (si possono quindi variare le condizioni) ed è possibile praticare la surroga (portabilità presso un’altra banca).



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